Salute e sociale

Volontariato 118, Mennea: “Serve una riforma simile a quella operata nella Protezione civile”

“Anche per il mondo del volontariato legato al 118 in Puglia occorre una riforma radicale, così come già fatto per il  sistema della Protezione civile. E’ necessario ridefinire requisiti e obblighi da parte di tutte le associazioni, per far emergere coloro che rispettano le disposizioni di legge e coloro che, invece, non lo fanno”. Lo dichiara Ruggiero Mennea, consigliere regionale e presidente del comitato permanente della Protezione civile Puglia, commentando l’annuncio delle principali associazioni di volontariato del 118 che hanno deciso di non essere presenti a Bari, con i loro operatori, per supportare l’organizzazione e lo svolgimento della visita di papa Francesco. Questo, in seguito, alle dichiarazioni ritenute lesive per l’immagine e l’operato delle associazioni stesse, rese negli ultimi tempi da alcuni esponenti politici ed emerse anche durante la seduta di commissione regionale sulla criminalità organizzata del 3 luglio scorso.

“E’ un fenomeno – prosegue Mennea – che va affrontato subito, perché l’attività di queste associazioni è fondamentale per garantire alcune funzioni svolte dalla Regione Puglia. Per questo ci sarà un’ampia disponibilità, da parte sia della Giunta che del Consiglio regionale, a porre ordine subito a questa situazione, tramite apposita legge, e mettere fine a ogni tipo di polemica. Io sono convinto – aggiunge – che la maggior parte delle associazioni svolga il suo ruolo e la sua funzione correttamente. E a loro va detto grazie. Ma sono altrettanto convinto che questo tipo di ambito – rimarca – possa attrarre attività di speculazione, che non possiamo tollerare perché parliamo della sicurezza e della vita delle persone. Per questo chi opera in questo settore deve essere eticamente corretto e deontologicamente perfetto. E questi devono essere i due requisiti su cui si deve basare la riforma”.

Il presidente del comitato permanente della Protezione civile, invita, perciò a “non fare di tutta un’erba un fascio, ma attraverso nuove regole far emergere ciò che funziona e ciò che non funziona e chi rispetta le regole e chi no”. “Questo – dice – è l’unico metodo democratico che si può attuare. E li invito, comunque, a partecipare alle operazioni assistenza alla cittadinanza durante la visita del Papa, perché per questo equivoco – conclude – non siano i cittadini a pagare il prezzo più alto”.

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